domenica 24 settembre 2017

NATURA E CIVILTA' DEL PIANETA.

Bo. 12. 6. 17
                                      SPECIE UMANA  =  SPECIE NEUTRALE

NATURA E CIVILTA' DEL PIANETA.

Se tutto ciò che vediamo, come specie umana, è composto di parti finite, allora si pone la domanda sulla geometria fondata da Euclide sulla definizione di punto:
se il punto non ha parti, allora esiste o non esiste, se non lo possiamo vedere, ma vediamo la retta ed il cerchio.
Il principio di definizione dell'oggetto è corretto perchè riassume in sé la cultura dell'epoca, sia della società sia nei confronti della natura.
Se oggi uso il criterio dei quantificatori logici, sia di esistenza sia di universalità o generalizzazione, posso affermare senza ombra di dubbio che la Condizione di esistenza,
 " la natura" coincide anche con il principio di esistenza per la specie umana ed altre.
Se esiste questa natura allora esiste o può esistere anche la specie umana.
La condizione è anche principio, esistenza e universalità sono indissociabili e complementari, viceversa.
Non esiste l'una senza l'altra.
Ne consegue che la realtà oggettiva si fonda sull'assioma della simultaneità, di qualunque natura essa sia.
Di fatto essa stabilisce che l'universalità di ogni oggetto dipende da questa formula induttiva che ha diverse forme nei fenomeni naturali:
Nasce anche un nuovo principio, mutuato dalla Fisica del primo novecento, il Principio di esclusione di Pauli al quale si da una dimensione logica più estesa,secondo la quale viceversa da quello che sosteneva Pauli non può esistere un oggetto, una azione o un fenomeno che si possa definire una singolarità, nel senso più stretto del termine.
Esempio, non può esistere un oggetto che abbia una sola proprietà o una sola azione lineare.
Si esaurisce definitivamente la geometria Euclidea ed inizia l'algebra geometrica, per arrivare alla aritmetica curva, base di ogni realtà.
Il Pianeta Terra non è l'oggetto del possesso della specie umana,esso è la condizione necessaria e sufficiente, nelle proporzioni dinamiche correnti al principio di esistenza della specie umana e le fonti di energia provvisorie,in quanto esauribili nel breve e medio periodo, sono controproducenti gli equilibri degli stati della natura.
Le perdite sono incalcolabili se si continua a perseguire pregiudizialmente lo status quo o la conservazione degli attuai rapporti sulla natura, dove la specie umana sembra la proprietaria assoluta del pianeta, ma in conflitto con sé stessa e la natura.
La cultura monoteista si dimostra tanto indispensabile quanto inutile, da sola,ciò necessita di una revisione equilibrata delle logiche comparative, sia assolute e relative insieme.

giovedì 21 settembre 2017

I CICLOPI DELL'ASTRONOMIA.

Bo. 21. 09.2017

L'identità della specie umana  =  specie neutrale.

I CICLOPI DELL'ASTRONOMIA.

Tutte le osservazioni astronomiche  principali avvengono per mezzo dei telescopi riflettori e rifrattori posti in centri sempre più precisi e dinamici.
Rimane il fatto che tutte le osservazioni vengono effettuate con un occhio solo, dall'oculare, che permette una vista fissata e meccanismo psicologico rivela sempre nuove scoperte di stelle, essendo la stella Sole in moto rotatorio intorno alla Galassia della Via Lattea, il cui periodo di rotazione è di circa 250.000 anni.
La risultante delle scoperte astronomiche è un effetto psicologico di gigantismo delle emozioni continue, che si protrae e viene premiato come importante.
Nonostante gli strumenti sempre più precisi e potenti che consentono osservazioni eccezionali, anche con la radioastronomia e la scoperta dei quasar = quasi stelle, che non sono stella sicuramente.
Quindi ci troviamo nel pieno marasma euforico delle scoperte e della nostra egocentrica bravura ed intelligenza, che però dimentica il fatto che le masse astronomiche, definite Stelle, e classificate per colore, intensità e dimensioni, non sono un nome scientifico tecnico, che definisce le masse astronomiche in base alla loro principale proprietà, o alle loro proprietà.
L'entusiasmo della ricerca premiante, finisce per essere deviante dai problemi astronomici, ai quali si delegano altri teorici.
La discordanza tra pratica e teoria logicamente coerente, sulla base del principio di non contraddizione, viene ignorata o baipassata come inutile di fronte alle fantastiche scoperte degli esa-pianeti ad esempio, come rincorrere una chimera ed essere premiati per l'immagine di per sè.
I ciclopi non hanno bisogno della logica, ma dell'esperienza passata che si migliora, ma che non cambia nella sua sostanza, l'immagine stupefacente, che i sensi umani non possono vedere, come il vino dall'uva, ma per quanto riguarda la scienza, ci vuole un nuovo Ulisse che si confronti con i ciclopi che si sono riprodotti e moltiplicati  oltre ogni misura, sulla base del fascino del prodotto della tecnica e della cultura, cioè della propria specie come superiore a sè stessa con strumenti più precisi e sofisticati.
L'immaginario e l'illusorio vincono in astronomia, come i ciclopi isolati sull'Isola, ma inutili alla comprensione della razionalità della materia, nostra e dell'universo.